NEW YORK - Il volto cupo, gli occhi bassi, i muscoli che ha mostrato al pubblico esposti allo sguardo del fotografo: Mario Balotelli è stato scelto per la copertina della rivista americana Time (nella versione internazionale, mentre quella per gli Stati Uniti è ovviamente dedicata alle elezioni) e si è raccontato a Catherine Mayer e Stephan Faris, che sul sito del settimanale raccontano: "Abbiamo trovato un adulto intelligente, attento, impegnato su cui è ancora visibile l'impatto di un'infanzia turbolenta". Al centro dell'intervista non solo il calcio, ma ovviamente il razzismo e l'identità europea. I gol più belli: "Quello con l'Inter contro il Rubin Kazan, quello contro la Germania negli europei e il primo con il City contro lo United". Parla anche della famosa maglietta "Why always me?" ("Perché sempre contro di me?"): "Non so perché ce l'avessero con me, perché parlassero sempre di me... Volevo solo dire 'Lasciatemi stare'". E conferma: "Per ora non mi muovo da Manchester". I suoi passati festaioli sono noti ma sono, assicura, una fase superata: "Ormai non esco molto, sto sempre in casa. Io non ho problemi con i tabloid, forse loro però hanno dei problemi con me. I paparazzi devono rispettare i miei spazi, va bene se mi seguono fuori, in America, in Italia, è il loro lavoro, ma non devono venire a casa mia, aspettarmi fuori casa. Il problema è quando manca il rispetto". Poi si passa alla politica: "L'elezione di Obama è una cosa che ha cambiato la storia, sono stato molto felice. Sì, mi piacerebbe incontrarlo". Il razzismo in Italia: "Non puoi farci niente contro quei pochi stupidi razzisti che ci sono in Italia. Spero di poter aiutare l'Italia a essere un paese moderno, come l'Inghilterra, come gli Stati Uniti".